Ho accolto con soddisfazione la sentenza del TAR che respinge l’uso esclusivo della lingua inglese ai corsi del Politecnico di Milano, per motivi sia costituzionali (primato della lingua italiana) sia pratici. Io, infatti, mi sono sempre opposto a tale tendenza presso la Università di Milano, anche nei soli programmi di ricerca, per questi e molti altri motivi.
Particolarmente assurdo l’obbligo a ingegneria e a medicina, poiché i laureati parleranno con operai e pazienti e colleghi, evidentemente, in italiano.
Colpisce anche il tentativo di svendere la nostra grande cultura, l’unica ricchezza, forse, che ci resta.
Spesso, gli anglofili sono quei prof che l’inglese lo masticano peggio!
GdC
Il mio parere. Passi un corso in inglese nelle ns Università se quello è il mezzo per attirare anche studenti stranieri a seguirlo e comunque familiarizzare anche i nostri con la lingua del mondo. L’intollerabile a mio giudizio sta nella libera invasione del ns idioma consentita ormai all’inglese, complici i media e il commercio di ogni livello che impasta malamente la due lingue anche quando non servirebbe farlo. Ne è nato un brutto angloitaliano del parlar comune che più bastardo di così…So che i francesi anni fa un argine l’avevano messo a questa invasione: non so però com’è finita poi.
Prosegue. Insieme a grande impegno per la cultura edi luoghi d’arte, con provvedimenti da noi impensabili. La scuola schinchigna, ma Hollande riforma e assume docenti. L’orgoglio nazionale è forte, anche troppo! E nocn credo che i concorsi a cattedra siano truhccati come da noi.
Dopodiché, questo è lo stile dri docenti che abbiamo.
GdC