Ma la riforma Ichino, di cui in questi giorni si parla tanto, cosa ha a che vedere con l’articolo 18? Quali parti verrebbe a modificare, e quali ne lascerebbe invariate?
Un interessante articolo di approfondimento (mutuato dal corriere, per questo è un pò corto) su Il Post:
http://www.ilpost.it/2011/12/20/pietro-ichino-articolo-18/
Buona lettura e buone feste!
Pigna
Commento natalizio questo. D’obbligo perciò auguri a chi scrive e a chi legge in questa palestra di opinioni.
Da quanto ho capito io, la riforma Ichino vorrebbe far piazza pulita dello spauracchio (per l’impresa) della riassunzione del lavoratore licenziato per ingiustificato motivo, sostituendolo con il pagamento di un’indennità commisurata all’età, alla prestazione, all’anzianità ecc e facilitandone in seguito il rientro nel mercato del lavoro. Devo dire per onestà che così funziona da sempre in altri Paesi europei (GB un esempio non secondario) e che da noi, per esserci stato in mezzo, l’eventualità di un rientro giudiziale del lavoratore licenziato è remora pesante per nuove assunzioni a tempo indeterminato dell’impresa.
Ecco un possibile aggancio della riforma all’art 18.
Io sono di opinione diversa.
Penso che il licenziamento, se avviene per “giusta causa” o per “giustificato motivo”, sia consentito. Ma che non sia consentito al di fuori di queste ipotesi – peraltro nebulose e non così chiare come ci si aspetterebbe.
Credo che un imprenditore che si sente limitato dall’art. 18 dello Statuto dei lavoratori – un imprenditore che ha meno di 15 dipendenti – abbia delle ragioni davvero flebili per intraprendere la sua carriera. Anche in tempi di crisi. Soprattutto in tempi di crisi.